Di video ricette sui dorayaki ce ne sono letteralmente centinaia, quindi prima di farne un’altra ho riflettuto se fosse il caso o meno. Così ho iniziato a guardare un po’ di questi video. Molti di essi sono ben fatti, alcuni sarebbero da cancellare dall’esistenza con uno dei pugni di Saitama, ma in generale, nessuno di questi spiega con precisione quei piccoli passaggi e trucchi che servono a ottenere il miglior risultato possibile in accordo con le capacità e le attrezzature disponibili.

Per realizzare questa video ricetta ho utilizzato mezzi che si trovano comunemente in casa. Questo perché non avrebbe senso usare attrezzature professionali, dal momento che lo scopo dei miei non è quello di mettermi in mostra ma di fare didattica.

E per rispettare la tradizione, questo articolo sarà infarcito di curiosità e storia riguardo ai dorayaki, elementi coi quali potrai intrattenere i tuoi amici e che daranno ancora più gusto all’intera esperienza gustativa.

Dorayaki

Il mito

Come sempre succede quando parliamo di una preparazione della cucina giapponese, anche i dorayaki fondano la loro origine su un mito. Questo aspetto mi ha sempre colpito e in parte spiega perché negli anime la presenza del cibo è sempre così massiccia. Il cibo, nell’epica giapponese, ha quasi sempre doti magiche o è legato ai racconti cavallereschi e i dorayaki non fanno eccezione. Si narra infatti che un samurai di nome Benkei, in cerca di rifugio, trovasse nella casa di un contadino un luogo sicuro. Al momento di andarsene però, dimenticò il suo gong, che venne ritrovato dal contadino. Quest’ultimo, non sapendo cosa farsene, lo usò per cuocervi i dorayaki. Questa storia, nella sua semplicità, fornisce un espediente per giustificare il nome dei dorayaki, ma vi assegna anche un’aura epica, fornendo ai dorayaki un’origine cavalleresca.

Il dorayaki che conosciamo oggi, ovvero quello in stile panino, è nato nel primo decennio del ventesimo secolo. Prima infatti si usava mangiarne un solo strato ripieno di anko e ripiegato su se stesso tipo crepe.

Nei decenni successivi il dorayaki ha acquisito sempre nuove forme, in base al luogo e all’estro di chi li preparava. Quindi, il dorayaki che conosciamo noi e che ci è arrivato principalmente attraverso Doraemon, è solo uno dei tanti modi di prepararlo.

Curiosità e storia recente

Un aspetto meno conosciuto e che ci ricollega immediatamente al mondo degli anime riguarda invece uno dei tanti nomi alternativi dei dorayaki, ma andiamo per ordine. Esiste, ad esempio, un tipo di dorayaki molto sottile e largo, il quale viene avvolto sulle bacchette e mangiato così.

Mikasayaki
Un dorayaki gigante a confronto con un dorayaki tradizionale

Ma c’è un particolare tipo di dorayaki che ci collega in un modo del tutto inaspettato al mondo degli anime ed è quello tipico di Nara.

Nara è la cittadina conosciuta principalmente per il fenomeno dei cervi allo stato brado che passeggiano tranquilli in mezzo ai turisti. Un elemento meno conosciuto è il suo dorayaki tipico, che è molto grande rispetto a quello tradizionale. Il suo diametro è di circa 20 centimetri, ma può arrivare anche a 30.

Ma la sua particolarità non si ferma qui, infatti l’aspetto più curioso è il suo nome: Mikasa! Esatto, proprio come la più famosa Mikasa Ackerman, amata dai fan di AoT. Insomma, si chiama Mikasa ed è il gigante dei dorayaki, che coincidenza! Mi sa che in un prossimo futuro lo metterò a menù col nome “L’attacco del Gigante”.

Mikasa Ackerman
Ti suggerisco di non chiamare Mikasa “Altra Versione di Dorayaki”

Il motivo per cui questo particolare dorayaki si chiama così è perché il suo nome è dedicato al monte Wakakusa, il cui altro nome è proprio Mikasa (三笠).

Ovviamente Doraemon non è l’unico anime in cui il dorayaki fa la sua comparsa, anche se possiamo considerare Doraemon l’anime dei dorayaki per eccellenza. 

La primissima apparizione in Italia di un dorayaki risale al 1979 ed è nella puntata 30 di Jeeg Robot d’Acciaio, in cui Pancho sta mangiando proprio un dorayaki. Ci vorranno ancora alcuni decenni prima di capire di cosa si tratta e, soprattutto, quanto sia buono.

Pancho Dorayaki
Jeeg Robot d’Acciaio – Episodio 30 (1979)

Passiamo ora alle informazioni necessarie per ottenere i tuoi dorayaki perfetti. Nel video ho preparato un impasto per 12 dorayaki, già che c’ero me ne sono preparati un po’ da tenere in freezer (all’interno del quale di conservano alla perfezione fino a due mesi).

Tuttavia qui di seguito ti metto la tabella con le proporzioni esatte per altre quantità. Per quantità superiori ti basterà ottenere i multipli di queste dosi.

 PROPORZIONI

6 dorayaki

12 dorayaki

18 dorayaki

Uova a temperatura ambiente

2

4

6

Zucchero a velo

80 g

160 g

240 g

Miele

1 cucchiaio

2 cucchiai

3 cucchiai

Cremor Tartaro

½ cucchiaino

1 cucchiaino

1 e ½ cucchiaino

Acqua

50 ml

100 ml

150 ml

Farina per dolci

130 g

260 g

390 g

Tutta la procedura è mostrata nel video, quindi non ti resta che cimentarti nella produzione dei tuoi dorayaki e, se questi ti piaceranno davvero tanto, farne ancora e ancora fino a padroneggiare completamente la tecnica.

Ok, e ora come li riempio?

Nel video parlo di due ripieni, uno strettamente tradizionale e uno molto diffuso, ma ci sono molti modi per riempire un dorayaki. Prendi dell’anko e mischialo in parti uguali con panna montata, godrai di un sapore e di una consistenza unici. Questo tipo di ripieno è diventato un trend che ha impiegato pochissimo tempo per diffondersi in Giappone e non è raro trovarlo come ripieno alternativo.

Ma puoi fare ancora di più! Puoi ad esempio prepararti una crema al tè matcha, ecco qui di seguito la ricetta:

Crema al Tè Matcha – Ingredienti

10 g di polvere di Tè Matcha
½ litro di latte intero o latte vegetale
70 g di tuorli (di circa 4-5 uova medie)
50 g di zucchero
50 g amido di mais (maizena)
10 g di miele millefiori

Procedimento
Versa il latte in un pentolino e scaldalo fino a sfiorare il bollore. Nel frattempo versa in una ciotola i tuorli, lo zucchero e l’amido di mais; sbatti rapidamente con una frusta. Aggiungi poi il tè matcha e mescola nuovamente. Non appena il latte sarà caldo versalo all’interno del composto appena preparato e sbatti con la frusta. Aggiungi anche il miele, mescola e trasferisci il composto nuovamente nel pentolino. Cuoci per pochi minuti a fiamma bassa, mescolando sempre fino a che la crema non si sarà addensata. A questo punto versala all’interno di una pirofila, copri con pellicola e lascia raffreddare in frigorifero.

Dove trovare gli ingredienti meno diffusi?

Come sempre ti consiglio di fare un giro nel tuo Asia Market di fiducia per reperire il Tè Matcha e i fagioli azuki secchi, in barattolo o l’anko già fatto. Il cremor tartato invece è reperibile presso i supermercati (non tutti).

Se però quello che faccio ti piace e vuoi sostenere il mio progetto di divulgazione e insegnamento dell’Anime e Manga Food ho una buona notizia.

Per renderti più facile il reperimento degli ingredienti ho approntato un Dorayaki Kit che contiene il cremor tartaro (uno dei veri segreti per una lievitazione perfetta), la polvere di tè matcha, il miele e i fagioli azuki.

Ho anche preparato una video ricetta riservata a chi esprimerà il suo amore per l’Anime e Manga Food acquistando il Dorayaki Kit.

Grazie a questo video esclusivo potrai infatti apprendere i corretti passaggi per preparare da te la gustosissima marmellata di fagioli azuki, così da portare la tua esperienza dei dorayaki al massimo livello di godimento.

Puoi ordinare il tuo Dorayaki Kit direttamente dal pulsante qui sotto, tenendo conto che ci sarà una pausa nelle spedizioni nelle prime due settimane di settembre.

Il costo del Dorayaki Kit, con gli ingredienti perfetti per i tuoi dorayaki e la video ricetta esclusiva ha un valore di 20 euro, con spedizione gratuita, ma per i fan del canale e i frequentatori di questo sito è in offerta a 16 euro.

Di video ricette sui dorayaki ce ne sono letteralmente centinaia, quindi prima di farne un’altra ho riflettuto se fosse il caso o meno. Così ho iniziato a guardare un po’ di questi video. Molti di essi sono ben fatti, alcuni sarebbero da cancellare dall’esistenza con uno dei pugni di Saitama, ma in generale, nessuno di questi spiega con precisione quei piccoli passaggi e trucchi che servono a ottenere il miglior risultato possibile in accordo con le capacità e le attrezzature disponibili.

Per realizzare questa video ricetta ho utilizzato mezzi che si trovano comunemente in casa. Questo perché non avrebbe senso usare attrezzature professionali, dal momento che lo scopo dei miei non è quello di mettermi in mostra ma di fare didattica.

E per rispettare la tradizione, questo articolo sarà infarcito di curiosità e storia riguardo ai dorayaki, elementi coi quali potrai intrattenere i tuoi amici e che daranno ancora più gusto all’intera esperienza gustativa.

Dorayaki

Il mito

Come sempre succede quando parliamo di una preparazione della cucina giapponese, anche i dorayaki fondano la loro origine su un mito. Questo aspetto mi ha sempre colpito e in parte spiega perché negli anime la presenza del cibo è sempre così massiccia. Il cibo, nell’epica giapponese, ha quasi sempre doti magiche o è legato ai racconti cavallereschi e i dorayaki non fanno eccezione. Si narra infatti che un samurai di nome Benkei, in cerca di rifugio, trovasse nella casa di un contadino un luogo sicuro. Al momento di andarsene però, dimenticò il suo gong, che venne ritrovato dal contadino. Quest’ultimo, non sapendo cosa farsene, lo usò per cuocervi i dorayaki. Questa storia, nella sua semplicità, fornisce un espediente per giustificare il nome dei dorayaki, ma vi assegna anche un’aura epica, fornendo ai dorayaki un’origine cavalleresca.

Il dorayaki che conosciamo oggi, ovvero quello in stile panino, è nato nel primo decennio del ventesimo secolo. Prima infatti si usava mangiarne un solo strato ripieno di anko e ripiegato su se stesso tipo crepe.

Nei decenni successivi il dorayaki ha acquisito sempre nuove forme, in base al luogo e all’estro di chi li preparava. Quindi, il dorayaki che conosciamo noi e che ci è arrivato principalmente attraverso Doraemon, è solo uno dei tanti modi di prepararlo.

Curiosità e storia recente

Un aspetto meno conosciuto e che ci ricollega immediatamente al mondo degli anime riguarda invece uno dei tanti nomi alternativi dei dorayaki, ma andiamo per ordine. Esiste, ad esempio, un tipo di dorayaki molto sottile e largo, il quale viene avvolto sulle bacchette e mangiato così.

Mikasayaki
Un dorayaki gigante a confronto con un dorayaki tradizionale

Ma c’è un particolare tipo di dorayaki che ci collega in un modo del tutto inaspettato al mondo degli anime ed è quello tipico di Nara.

Nara è la cittadina conosciuta principalmente per il fenomeno dei cervi allo stato brado che passeggiano tranquilli in mezzo ai turisti. Un elemento meno conosciuto è il suo dorayaki tipico, che è molto grande rispetto a quello tradizionale. Il suo diametro è di circa 20 centimetri, ma può arrivare anche a 30.

Ma la sua particolarità non si ferma qui, infatti l’aspetto più curioso è il suo nome: Mikasa! Esatto, proprio come la più famosa Mikasa Ackerman, amata dai fan di AoT. Insomma, si chiama Mikasa ed è il gigante dei dorayaki, che coincidenza! Mi sa che in un prossimo futuro lo metterò a menù col nome “L’attacco del Gigante”.

Mikasa Ackerman
Ti suggerisco di non chiamare Mikasa “Altra Versione di Dorayaki”

Il motivo per cui questo particolare dorayaki si chiama così è perché il suo nome è dedicato al monte Wakakusa, il cui altro nome è proprio Mikasa (三笠).

Ovviamente Doraemon non è l’unico anime in cui il dorayaki fa la sua comparsa, anche se possiamo considerare Doraemon l’anime dei dorayaki per eccellenza. 

La primissima apparizione in Italia di un dorayaki risale al 1979 ed è nella puntata 30 di Jeeg Robot d’Acciaio, in cui Pancho sta mangiando proprio un dorayaki. Ci vorranno ancora alcuni decenni prima di capire di cosa si tratta e, soprattutto, quanto sia buono.

Pancho Dorayaki
Jeeg Robot d’Acciaio – Episodio 30 (1979)

Passiamo ora alle informazioni necessarie per ottenere i tuoi dorayaki perfetti. Nel video ho preparato un impasto per 12 dorayaki, già che c’ero me ne sono preparati un po’ da tenere in freezer (all’interno del quale di conservano alla perfezione fino a due mesi).

Tuttavia qui di seguito ti metto la tabella con le proporzioni esatte per altre quantità. Per quantità superiori ti basterà ottenere i multipli di queste dosi.

 PROPORZIONI

6 dorayaki

12 dorayaki

18 dorayaki

Uova a temperatura ambiente

2

4

6

Zucchero a velo

80 g

160 g

240 g

Miele

1 cucchiaio

2 cucchiai

3 cucchiai

Cremor Tartaro

½ cucchiaino

1 cucchiaino

1 e ½ cucchiaino

Acqua

50 ml

100 ml

150 ml

Farina per dolci

130 g

260 g

390 g

Tutta la procedura è mostrata nel video, quindi non ti resta che cimentarti nella produzione dei tuoi dorayaki e, se questi ti piaceranno davvero tanto, farne ancora e ancora fino a padroneggiare completamente la tecnica.

Ok, e ora come li riempio?

Nel video parlo di due ripieni, uno strettamente tradizionale e uno molto diffuso, ma ci sono molti modi per riempire un dorayaki. Prendi dell’anko e mischialo in parti uguali con panna montata, godrai di un sapore e di una consistenza unici. Questo tipo di ripieno è diventato un trend che ha impiegato pochissimo tempo per diffondersi in Giappone e non è raro trovarlo come ripieno alternativo.

Ma puoi fare ancora di più! Puoi ad esempio prepararti una crema al tè matcha, ecco qui di seguito la ricetta:

Crema al Tè Matcha – Ingredienti

10 g di polvere di Tè Matcha
½ litro di latte intero o latte vegetale
70 g di tuorli (di circa 4-5 uova medie)
50 g di zucchero
50 g amido di mais (maizena)
10 g di miele millefiori

Procedimento
Versa il latte in un pentolino e scaldalo fino a sfiorare il bollore. Nel frattempo versa in una ciotola i tuorli, lo zucchero e l’amido di mais; sbatti rapidamente con una frusta. Aggiungi poi il tè matcha e mescola nuovamente. Non appena il latte sarà caldo versalo all’interno del composto appena preparato e sbatti con la frusta. Aggiungi anche il miele, mescola e trasferisci il composto nuovamente nel pentolino. Cuoci per pochi minuti a fiamma bassa, mescolando sempre fino a che la crema non si sarà addensata. A questo punto versala all’interno di una pirofila, copri con pellicola e lascia raffreddare in frigorifero.

Dove trovare gli ingredienti meno diffusi?

Come sempre ti consiglio di fare un giro nel tuo Asia Market di fiducia per reperire il Tè Matcha e i fagioli azuki secchi, in barattolo o l’anko già fatto. Il cremor tartato invece è reperibile presso i supermercati (non tutti).

Se però quello che faccio ti piace e vuoi sostenere il mio progetto di divulgazione e insegnamento dell’Anime e Manga Food ho una buona notizia.

Per renderti più facile il reperimento degli ingredienti ho approntato un Dorayaki Kit che contiene il cremor tartaro (uno dei veri segreti per una lievitazione perfetta), la polvere di tè matcha, il miele e i fagioli azuki.

Ho anche preparato una video ricetta riservata a chi esprimerà il suo amore per l’Anime e Manga Food acquistando il Dorayaki Kit.

Grazie a questo video esclusivo potrai infatti apprendere i corretti passaggi per preparare da te la gustosissima marmellata di fagioli azuki, così da portare la tua esperienza dei dorayaki al massimo livello di godimento.

Puoi ordinare il tuo Dorayaki Kit direttamente dal pulsante qui sotto, tenendo conto che ci sarà una pausa nelle spedizioni nelle prime due settimane di settembre.

Il costo del Dorayaki Kit, con gli ingredienti perfetti per i tuoi dorayaki e la video ricetta esclusiva ha un valore di 20 euro, con spedizione gratuita, ma per i fan del canale e i frequentatori di questo sito è in offerta a 16 euro.